Intervento chirurgico di apicectomia
L’intervento chirurgico di apicectomia, ha lo scopo di curare il granuloma dentale quando la procedura di devitalizzazione non può essere praticata.
Anche se si tratta di microchirurgia odontoiatrica, l’operazione di apicectomia è pur sempre un intervento chirurgico e deve essere preparato nei minimi dettagli così come il paziente che vi si sottopone.
Abbiamo preparato un prontuario generico che descrive le fasi pre, durante e post apicectomia cosicché gli interessati possano avere un’idea di ciò che li aspetta.
Si raccomanda, comunque, di consultare sempre il proprio dentista di fiducia per ogni approfondimento.
Prima dell’intervento chirurgico di apicectomia, il dentista procede con l’esame obiettivo intra-orale per verificare lo stato effettivo del granuloma o dell’ascesso. In altre parole, il medico deve rendersi conto delle potenziali lesioni visibili dall’esterno (anche se questa patologia presente ben poche caratteristiche visibili ad occhio nudo).
Si passa poi con la valutazione dello stato di igiene orale poiché sarebbe alquanto rischioso procedere con un intervento di apicectomia quando la bocca, i denti e le gengive presentano accumuli di placca e tartaro (in caso di necessità l’odontoiatra opta per una pulizia denti professionale preventiva).
Durante l’autocompilazione del foglio relativo all’anamnesi (raccolta dati e situazione di salute del paziente) è importante annotare qualsiasi tipo di reazione allergica conosciuta, l’eventuale stato di gravidanza e la lista completa dei farmaci che si stanno assumendo o che si è appena finito di prendere.
A completare la fase che precede l’apicectomia, il paziente viene sottoposto ad esami radiologici ovvero una panoramica (od ortopantomografia) alle volte basta anche una lastra endorale.
Finita la fase valutativa ed ispettiva, non resta altro che fissare la data dell’intervento chirurgico di apicectomia.
Il dentista potrebbe ritenere necessario prescrivere al paziente degli antibiotici la cui assunzione inizierà uno o due giorni prima dell’operazione e continuerà per la settimana successiva a scopo precauzionale contro possibili infezioni.
Il giorno stabilito, il paziente si presenterà nello studio del dentista avendo avuto cura, nei giorni immediatamente precedenti, di mantenere un’ottima igiene orale domiciliare nonché di aver utilizzato un collutorio alla clorexidina per abbattere la carica batterica orale.
Anestesia e possibili interazioni farmacologiche
L’operazione di apicectomia e otturazione retrograda è eseguita in anestesia locale ma, se il paziente è particolarmente ansioso oppure ha difficoltà a stare fermo in una determinata posizione con la bocca aperta per più di un’ora (ad esempio i portatori di Handicap), è possibile ricorrere alla sedazione cosciente con protossido d’azoto oppure in vena.
Le persone che devono sottoporsi ad intervento di apicectomia ed hanno sofferto o soffrono di patologie legate al cuore e/o che assumono farmaci come i betabloccanti devono farlo presente al medico in fase di anamnesi in modo che il dentista possa comunicare con il cardiologo curante e prevedere, ad esempio, l’utilizzo di anestetico locale senza adrenalina.
Esecuzione dell’intervento chirurgico di apicectomia
L’intervento di apicectomia, in se per se, ha un protocollo chirurgico abbastanza semplice ma deve essere realizzato nel rispetto di ogni singolo passaggio senza lasciare nulla al caso e, soprattutto, ogni step deve essere posto in essere nei minimi dettagli, nella maniera più rispettosa possibile dei tessuti coinvolti (osso e tessuti molli) e da mani esperte possibilmente con l’utilizzo delle moderne tecnologie messa a disposizione dell’Endodonzia.
Anestesia
L’intervento inizia con la somministrazione dell’anestesia locale al paziente e con l’attesa di pochi minuti affinché questa faccia il suo effetto;
Creazione del lembo di accesso
Con l’utilizzo del bisturi, il dentista procede ad effettuare una piccola incisione per creare il lembo chirurgico di accesso all’osso alveolare scollando quindi la gengiva nell’area interessata.
Creazione della breccia ossea (osteotomia)
L’intervento di apicectomia prosegue con una fresa montata su apposito manipolo per rimuovere l’osso ed isolare l’apice radicolare.
Durante la fresatura, il sito operatorio viene costantemente irrorato di soluzione fisiologica per tenere sotto controllo la temperatura che, se mantenuta elevata, potrebbe danneggiare l’osso e comprometterne la guarigione.
La breccia aperta all’interno dell’osso deve essere sufficientemente ampia da permettere l’utilizzo degli strumenti per portare a termine l’apicectomia; si parla, comunque di pochi millimetri.
Rimozione della punta della radice (Resezione apicale)
Una volta individuato ed isolato l’apice radicolare (la punta della radice), il dentista prosegue asportandone una minima parte (dai 2 ai 3 millimetri, in certi casi anche di più).
Anche la resezione apicale viene eseguita con strumenti con raffreddamento a liquido.
Preparazione della cavità radicolare
Detta anche “preparazione della cavità retrograda”, questa fase dell’intervento di apicectomia è molto importante poiché ha lo scopo di eliminare l’infiammazione asportando i tessuti infetti e preparare la cavità della radice ad ospitare il sigillo che impedirà ai batteri di riformare il granuloma.
La preparazione ottimale prevede una cavità di 3 mm in cui non devono essere presenti residui della vecchia sigillatura in guttaperca o cemento.
Otturazone retrograda
E’ giunto così il momento di sigillare la cavità della radice appositamente ripulita e preparata nei passi precedenti.
Subito dopo il posizionamento del materiale per l’otturazione (amalgama utilizzata in passato, cemento a base di ossido di zinco-eugenolo oggi), si attende il tempo necessario all’indurimento di quest’ultimo dopodiché si passa alla rifinitura dell’otturazione utilizzando delle apposite frese.
A scopo precauzionale e di ulteriore controllo, si esegue una radiografia endorale per verificare il lavoro posto in essere e poi il dentista è pronto per ricucire.
Sutura
I punti di sutura a fine intervento di apicectomia, hanno lo scopo di mantenere uniti i lembi di gengiva creati per l’accesso all’osso alveolare.
Se i tessuti sono stati riposizionati correttamente e la sutura non trattiene batteri patogeni, la ferita guarisce nell’arco di 2 o 3 giorni ed i punti possono essere rimossi.
I punti lasciati in sede per più tempo potrebbero essere la causa di un’infezione proprio poiché ricettacoli di colonie di batteri.
Quanto dura l’intervento chirurgico di apicectomia ?
La durata dell’intervento chirurgico di apicectomia può variare da un minimo di 30/40 minuti ad un massimo di 1 ora e mezza. La differenza di tempo impiegato dal dentista è direttamente proporzionale alle difficoltà legate all’intervento stesso.
I denti anteriori necessitano di meno tempo mentre per quelli posteriori (molari e premolari) è necessario un impegno maggiore sia per la posizione sia per il fatto che sono caratterizzati da un numero maggiore di canali radicolari.
Per chi se lo stia chiedendo, i denti del giudizio non vengono sottoposti ad apicectomia
Nuove tecnologie
La procedura di rimozione dell’apice radicolare e la preparazione del canale o dei canali, si avvale, oggi, di nuove tecnologie come il microscopio odontoiatrico e gli strumenti ad ultrasuoni creati per l’apicectomia.
Con l’utilizzo di questi nuovi presidi, il medico può essere più preciso nell’esecuzione dell’operazione, nel formulare la prognosi e nel raggiungimento di risultati terapeutici non immaginabili in passato.
Dopo l’intervento chirurgico di apicectomia, il paziente deve seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardo il periodo post operatorio (dopo l’apicectomia).
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