Tartaro
Il tartaro dentale consiste nella calcificazione e stratificazione della placca batterica ed altri minerali che creano uno strato estremamente coriaceo sulla superficie visibile del dente oppure immediatamente sotto il solco gengivale. Una volta che il tartaro si è formato, prevalentemente per scarsa igiene orale domiciliare, solo il dentista o l’igienista dentale è in grado di eliminarlo con strumenti manuali ed a ultrasuoni
In odontoiatria si usa distinguere:
Tartaro sopragengivale
La zona dei tessuti molli appena sopra al solco gengivale ed in prossimità di quest’ultimo sono i punti principali di accumulo della placca ed i primi a vedere la formazione del tartaro che si caratterizza per il colorito giallastro e, comunque, più chiaro rispetto a quello sottogengivale. Guardando attentamente i denti, si possono notare delle antiestetiche macchie cha possono essere di colore giallino oppure marroni a seconda dei residui di cibo stratificati. Il fumo di sigaretta incide notevolmente sulla pigmentazione del tartaro.
Tartaro sottogengivale
La placca accumulata in prossimità del solco gengivale infiamma i tessuti molli all’altezza del colletto dando origine alla gengivite. Una delle conseguenza dell’infiammazione delle gengive è quella di gonfiarsi e di distaccarsi parzialmente dallo smalto dentale lasciando indifesi i tessuti parodontali sottostanti che vengono attaccati e, con l’andare del tempo, si forma il tartaro sottogengivale. A differenza di quello sopragengivale, il tartaro che troviamo all’interno delle tasche gengivali è di colore più scuro e ciò è dovuto anche alla presenza di coaguli di plasma fuoriuscito dai tessuti e stratificato insieme alla placca batterica.
Tartaro giallo
Colore maggiormente riscontrato in coloro che ne sono colpiti
Tartaro marrone
marrone scuro dovuto alla colorazione secondaria ad opera di tabacco e pigmenti derivati dal cibo (caffè, tea etc.)
Tartaro nero
fino al nero del tartaro sottogengivale che aderisce più tenacemente alla superficie del dente. Quest’ultimo colore dipende dall’ossidazione del ferro di cui è ricca l’emoglobina del sangue che quotidianamente asperge e si trattiene su tali depositi a causa della gengivite che li accompagna
Prevenzione
La prevenzione dentale è la prima e la più efficace arma che abbiamo contro la maggior parte delle patologie legate al parodonto ed il tartaro non fa eccezione anche se la predisposizione di ogni soggetto gioca un ruolo importante.
Tutto comincia dalla corretta pulizia quotidiana dei denti che deve essere ripetuta minimo 3 volte al giorno dopo i pasti principali utilizzando lo spazzolino con dentifricio anti-tartaro, rimuovendo anche i più piccoli residui di cibo rimasti tra i denti e se lo spazzolino non bastasse, possiamo ricorrere allo scovolino ed al filo interdentale.
Non dimentichiamoci poi di effettuare la visita di controllo dal dentista almeno ogni 6 mesi per effettuare il normale check-up e, nel caso, fissare un appuntamento con l’igienista dentale per una pulizia professionale che provvederà alla rimozione del tartaro.
Cura del tartaro
Mentre la placca può essere combattuta ed eliminata anche con strumenti domiciliari, il tartaro è così duro ed aderente ai denti che solo la mano del dentista o dell’igienista dentale può asportarlo bonificando le aree interessate. La procedura per elimina il tartaro è detta “ablazione del tartaro” o “detartrasi” in cui vengono utilizzati strumenti manuali (curettes e scalers) e ad ultrasuoni (ablatore ad ultrasuoni).
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