Alitosi
L’alitosi, altrimenti detta bromopnea o alito cattivo, è l’odore sgradevole emesso durante l’espirazione ovvero quando un soggetto butta fuori aria maleodorante durante la respirazione.
Statisticamente un soggetto su quattro soffre di alitosi mentre uno su dieci accusa alito cattivo in maniera permanente.
I soggetti più colpiti sono gli adulti, senza distinzione di sesso, tuttavia si registrano casi di alitosi anche nei bambini e nei neonati.
Il male odore dell’alito non è solo il sintomo che deve spingere i soggetti colpiti ad indagare sulle causei per cui si manifesta bensì, rappresenta anche una barriera sociale che induce chi ne soffre ad isolarsi per non mettere a disagio le persone con cui dovrebbe interloquire od interagire.
Cause alitosi
Le cause dell’alitosi sono veramente molte ecco perché abbiamo pensato di raggrupparle a seconda del tipo in esame.
Cause alitosi cronica
Si ha alitosi cronica o patologica quando lo sgradevole odore dell’alito che fuoriesce dalla bocca mentre respiriamo o mentre parliamo non è causato da una situazione contingente come ad esempio aver mangiato dell’aglio bensì deriva da patologie più serie che richiedono indagini molto più accurate e precise diagnosi per curare la causa scatenante ed eliminare l’alitosi intesa come sintomo.
Vediamo le cause alitosi patologica:
Malattie del cavo orale
Come detto pocanzi, è vero che le cause dell’alito cattivo sono molteplici ma è anche vero che, nove volte su dieci, l’alitosi è causata dalla mancanza od insufficiente igiene orale.
Ogni volta che consumiamo degli alimenti anche fuori pasto, minuscole particelle di cibo rimango incastrate tra i denti specialmente in posizione interprossimale (tra un dente e l’altro), se non eliminate immediatamente, esse vengono decomposte da batteri anaerobi che convivono all’interno della nostra bocca. Il risultato della decomposizione delle proteine presenti nelle particelle di cibo è la produzione di sostanze volatili dette solforati che sono la causa dell’alitosi.
Quando l’igiene orale non è ottimale, i batteri patogeni in sovrannumero formano la placca batterica, un biofilm o pellicola biancastra appiccicosa che aderisce allo smalto dei denti soprattutto a livello del solco gengivale provocando l’infiammazione delle gengive da cui la classica gengivite con sanguinamento delle gengive, arrossamento e gonfiore delle stesse.
La sedimentazione della placca batterica è già di per se causa di alitosi ma, come se non bastasse, la mineralizzazione della placca forma il tartaro che, essendo composto anche da sostanze organiche in via di decomposizione, produce il cattivo odore che modifica l’alito.
Quando il tartaro infiamma le gengive al punto tale da causarne il distaccamento dalla superficie del dente e la formazione di tasche gengivali sede di sostanze purulente e necrotiche, siamo in presenza di parodontite o piorrea e l’alitosi intesa come sintomo aumenta considerevolmente.
Anche la carie profonda non curata che modifica in pulpite può essere la causa dell’alitosi poiché la polpa contenuta all’interno del dente viene attacca ed “uccisa” dai batteri trasformandosi anch’essa in materiale necrotico e quindi fonte di alito cattivo.
Patologie del sistema respiratorio (naso seni paranasali)
Con il termine malattie del sistema respiratorio si intendono quelle patologie di carattere otorinolaringoiatriche come la sinusite, tonsillite, rinite e faringite che possono anch’esse causare alitosi per la presenza di sostanze mucopurulente e necrotico in zone che comunicano direttamente con il cavo orale da cui esala l’alito maleodorante.
Nelle cripte tonsillari i batteri possono attaccare micro particelle organiche che vi sono rimaste prigioniere e produrre infezione oltre che i già citati composti solforati che causano l’alitosi.
In quest’ultimo caso, per curare l’alitosi e liberare le cripte, l’otorinolaringoiatra può procedere con la manovra di spremitura delle tonsille per liberarle dal caseum tonsillare e dal pus.
Malattie dell’apparato digerente
E’ molto raro che le malattie dell’apparto digerente possano essere causa di alitosi, infatti, risulta che solo 1% di coloro che soffrono di alito cattivo possano attribuirne la causa al riflusso gastroesofageo.
Dall’anatomia sappiamo che l’esofago è separato dallo stomaco da uno sfintere (muscolo) chiamato cardias che si apre e si chiude solo per consentire il passaggio del cibo oppure in casi di eruttazione o conati di vomito. In caso di reflusso gastroesofageo il cibo già attaccato dagli acidi dello stomaco risale lungo l’esofago andando ad incidere pesantemente sulla qualità dell’alito che sarà particolarmente sgradevole poiché molto simile all’odore del vomito.
Altri disturbi connessi con l’apparato digerente e che possono essere fonte di alitosi sono: gastrite, ernia iatale ed ulcera.
Malattie sistemiche
Senza affrontare i dettagli che caratterizzano ciascuna patologia sistemica che può dare origine ad alitosi, ne citiamo alcune poiché sono particolarmente correlate alla presenza di alito pesante: il diabete mellito, l’insufficienza renale cronica e la cirrosi epatica.
Cause alitosi temporanea
L’alitosi temporanea, come dice la parola stessa è legata a particolari momenti della vita di un individuo. Tali periodi possono essere circoscritti a poche ore come alito pesante al risveglio mattutino oppure caratterizzare un arco di tempo più lungo come quello impiegato per una specifica terapia la quale implica la somministrazioni di farmaci che provocano xerostomia (secchezza delle fauci o bocca secca). Vediamo insieme alcune cause alitosi temporanea:
Alito cattivo al mattino
Durante le ore notturne l’attività delle ghiandole salivari diminuisce considerevolmente così come diminuisce la quantità di saliva e quindi anche la normale azione detergente del cavo orale è meno incisiva. Se a ciò sommiamo una igiene orale domiciliare sommaria e frettolosa, è facile comprendere come durante la notte le sostanze organiche rimaste tra i denti ed attaccate dai batteri diano vita ad una sorta di poltiglia appiccicosa che si attacca ai denti ma che in realtà coinvolge tutta la bocca, “bocca impastata” e produce l’alito cattivo che sentiamo al nostro risveglio.
Fortunatamente è una situazione che si risolvere immediatamente appena ci laviamo i denti e procediamo con il risciacquo della bocca. L’idratazione delle fauci torna normale, i micro residui di cibo e la poltiglia biancastra vengono spazzati via dallo spazzolamento e l’alito torna a profumare.
Alitosi da digiuno
Quando per un lungo periodo di tempo si osserva il digiuno, indipendentemente dalle motivazioni che possono spingere una persona a farlo, il nostro corpo entra in debito di carboidrati deve necessariamente trovare una “benzina” sostitutiva ovvero glucosio e grassi ed il consumo o metabolizzazione di questi ultimi libera una gran quantità di acetone che essendo volatile e maleodorante viene espulso attraverso la bocca e le narici dando luogo a fenomeni di alitosi.
Il cattivo odore dell’alito durante un lungo periodo di digiuno è equiparabile all’alito di persone che seguono una rigida dieta ad alto contenuto proteico.
Alimenti alitogeni
Cipolla, aglio, erba cipollina e scalogno sono tutti alimenti che nell’immaginario comune sono ingredienti di pietanze molto saporite ed appetitose ma, al tempo stesso, contribuiscono in maniera determinante alla comparsa dell’alito cattivo. Tali alimenti vengono detti alitogeni.
Un’accurata pulizia dentale dopo mangiato ed il consumo di caramelle alla menta o all’eucalipto potrebbe mitigare il cattivo odoro emesso dalla bocca durante la respirazione ma non può in alcun modo eliminare del tutto il problema poiché durante la digestione gli alimenti elencati entrano nel circolo sanguigno, passano nei polmoni e da qui espulsi con l’atto dell’espirazione.
Il problema dell’alitosi da cibo continua fino a quando il nostro corpo non provvede ad eliminare definitivamente le sostanze che producono le emissione di alito maleodorante.
Che l’aglio e la cipolla siano i nemici numero uno dell’alito lo sanno tutti ma non tutti sono a conoscenza del fatto che anche i latticini (latte, yogurt e formaggi) fanno la loro parte poiché contengono le proteine del latte che intercettate e metabolizzate da alcuni batteri, producono i composti volatili solforati quindi alitosi.
Alitosi in gravidanza o post parto
La gravidanza è il periodo della vita di una donna in cui avvengono notevoli squilibri ormonali che possono modificare la quantità della salivazione nonché la qualità della saliva stessa rendendola più viscosa e meno liquida quindi meno adatta alla sua naturale funzione di pulizia del cavo orale. A ciò bisogna aggiungere i frequenti sbalzi di umore dovuti allo stato interessante che spesso e volentieri vengono calmierati da spuntini fuori orario e caratterizzati dalla presenza spropositata di zuccheri.
Proprio a causa della qualità del cibo ingerito dalle gestanti e dalla frequenza unitamente alla scarsa igiene orale è facile arrivare alla conclusione che l’alitosi è causata proprio da tutti questi fattori uniti insieme.
Nel periodo post parto le neo mamme sono tutte prese dal neonato e tendono spesso a trascurare la propria igiene orale anteponendo le esigenze del bimbo alle proprie. Così facendo, il problema dell’alitosi iniziato durante la gravidanza, si protrae anche nel periodo post parto ma bisogna fare attenzione poiché, a lungo andare, ciò che è un “semplice” problema di alito cattivo potrebbe ben presto trasformarsi in gengivite, carie o, peggio, in parodontite quindi alla perdita progressiva della stabilità dei denti ed alla loro inevitabile caduta arrivando all’endulia parziale o completa.
Alito cattivo da farmaci (Xerostomia = bocca secca)
L’assunzione di farmaci non è mai completamente priva di controindicazioni o effetti collaterali bisogna quindi essere accorti e valutare vantaggi e svantaggi.
Alcuni farmaci in particolare hanno come effetto collaterale quello di indurre xerostomia che si può tradurre con secchezza delle fauci o della bocca ed altri che oltre a ciò comportano una ridotta funzionalità delle ghiandole innescando quindi alitosi come effetto indesiderato
Ne elenchiamo alcuni: antidepressivi, antinfiammatori, antiaritmici, antiparkinsoniani e diuretici.
In caso di comparsa di effetti indesiderati tra i quali l’alito cattivo, è consigliabile consultare il proprio medico curante.
Diagnosi
Il primo professionista a cui rivolgersi per il problema dell’alitosi è il proprio medico di famiglia (una volta chiamato medico della mutua) poiché è lui che vi segue da tempo e conosce le vostre condizioni di salute, di quali patologie soffrite od avete sofferto in passato e, soprattutto, se siete in cura e quali farmaci state assumendo i quali, potrebbero essere causa di xerostomia, bocca secca, è quindi responsabili del vostro alito cattivo .
Potendo escludere l’alitosi da farmaci, il secondo step è quello di recarsi dal proprio dentista di fiducia per sottoporsi ad una visita parodontale completa che prevede l’esame approfondito delle gengive con sondaggio per verificare la presenza o meno di parodontite e conseguenti tasche gengivali contenti materiale purulento o necrotico. Le terapie per la soluzione dei problemi parodontali sono argomenti affrontati negli articoli “curare la parodontite” e “chirurgia orale per la parodontite” a cui vi rimandiamo per non dilungarci e ripeterci.
Oltre al parodontologo, anche l’otorinolaringoiatra potrebbe fornire una chiara spiegazione all’alito pesante se, durante la visita riscontrasse la presenza di sostanze mucopurulente e necrotico in zone che comunicano direttamente con il cavo orale.
La visita dallo specialista ha anche lo scopo di permettervi di sapere con certezza il grado di alitosi di cui soffrite attraverso un esame oggettivo che viene realizzato attraverso l’utilizzo di uno strumento chiamato Halimeter che analizza la composizione dell’aria emessa dalla bocca ed individua i composti volatili solforati responsabili del male odore dell’aria espirata. L’esito negativo di quest’ultimo esame può rivelare anche l’infondato timore di soffrire di alitosi evidenziando quella che in odontoiatria è chiamata pseudoalitosi o alitofobia ovvero la fobia di soffrire di alitosi quando, invece, non è così.
Terapie e cure
La cura dell’alitosi consiste nell’individuare ed eliminare, se possibile, la causa scatenante poiché, come abbiamo detto più volte, l’alito cattivo è il sintomo e non la malattia che lo manifesta.
Nella maggioranza dei casi è sufficiente la pulizia dei denti professionale effettuata dal dentista o dall’igienista dentale; quando questa non basta, il parodontologo procede con la cura di gengivite o parodontite
Esistono, tuttavia, rimedi per l’alitosi, soprattutto quella transitoria, che possono mitigare il problema se non addirittura risolverlo.
Anche l’erboristeria può darci una mano con rimedi naturali per combattere l’alito cattivo.
L’arma più efficace resta sempre e comunque una buona igiene orale quotidiana.
Alitosi su Wikipedia